La Depressione degli anni’30 non è stata l’unica ambientazione tematica che ha fatto risaltare la cinematografia di Road to Perdition in netto contrasto con i suoi contemporanei del 2002. Diretto dal leggendario Sam Mendes, questo film di Tom Hanks dei primi anni 2000 è uno dei pochi film veramente cinematografici nella sua narrazione visiva. Il ripensamento lasciato alle spalle decenni dopo l’uscita del film lo eleva quasi a un olio su tela di Monet: nebuloso nei dettagli ma abbastanza sorprendente da imprimere con tangibile chiarezza nella mente dello spettatore. La tragedia sta poi nel fatto che non abbastanza persone ricordano il film, figuriamoci apprezzare la sua ingegnosa cinematografia.
Road to Perdition (2002)
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Tom Hanks addolora il suo classico dimenticato: Road to Perdition
Adattato da una graphic novel con lo stesso nome, Road to Perdition del 2002 è stato un pacchetto iniziale della grandezza di Hollywood. Presentando per l’ultima volta le opere di due straordinari artisti del loro tempo, Paul Newman e Conrad Hall, il film era destinato a diventare un successo definitivo all’uscita. Ma la storia ha registrato pochi rari progetti con il potenziale per diventare un classico istantaneo che invece ha attirato critiche molto controverse da parte del pubblico dell’epoca. Road to Perdition era uno di questi.
Tom Hanks e Tyler Hoechlin in Road to Perdition
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Dotato di un cast che ora sarebbe considerato un elenco selezionato di deliziosi A-listers di Hollywood, l’adattamento rimane una tragedia per Tom Hanks a causa del suo status dimenticato. L’attore ha recentemente affermato:
“Per un motivo o per l’altro, nessuno fa riferimento a Road to Perdition, e quello è stato un film incredibilmente importante per me. È stato girato da Conrad Hall, ok? Ha Paul Newman. E tu ci hai dentro, Don Moustache con un cappello sopra, ma hai anche due ragazzi che si sono rivelati due delle più grandi presenze cinematografiche nella storia dell’industria con Jude Law e Danny Craig. E li ho uccisi entrambi.”
Il film ha vinto due nomination all’Oscar all’uscita: l’ultima per Paul Newman (nella categoria Miglior attore non protagonista) e una vittoria postuma per Conrad Hall (cinematografia) scomparso poco prima del 75° Oscar nel 2003.
Road to Perdition merita una rivisitazione da parte del pubblico moderno
Jude Law in Road to Perdition
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Per cominciare, il film si legge come un progetto appassionato di uno dei più grandi registi del nostro tempo, Sam Mendes, l’individuo la cui mente visionaria ha anche prodotto l’inimitabile Skyfall. Ma al di là dei talenti dietro l’obiettivo, il thriller criminale del 2002 porta un forte simbolismo, qualcosa che perseguiterebbe e allenerebbe la mente dello spettatore moderno con violenza eseguita rapidamente, relazioni umane paradossali e illegalità generale. Nelle parole di Roger Ebert,”Road to Perdition è come una tragedia greca, che assegna destini spietati a tutti i personaggi”.
Non solo la concisa brutalità della trama indugi ai margini del coscienza, ma offre un picco in un’era che è stata una delle più spaventose della storia americana: la Grande Depressione unita ad alcuni dei regimi mafiosi più sfacciati del Midwest. Inoltre, la presenza di Jude Law, Daniel Craig e Stanley Tucci dovrebbe essere una ragione sufficiente per attirare la propria totale attenzione sul capolavoro dimenticato.
Road to Perdition è disponibile per lo streaming su Paramount+.
Fonte: Podcast ReelBlend